Le politiche della Provincia autonoma di Trento (1971-2019)

Territorio

a cura di Livia Ferrario, Mauro Marcantoni e Romano Masè

Nella storia del Trentino, in quella più recente, come in quella più lontana, il territorio e le sue caratteristiche hanno sempre avuto un ruolo fondante. Lo hanno avuto nella formazione del modello di sviluppo, che dalla montagna e dall’orografia “mossa” del territorio ha dovuto sempre dipendere. Ma lo hanno avuto anche nei tratti e nei modi del convivere, dove l’asprezza delle terre alte – tutti i Comuni trentini sono considerati montani – e l’esposizione agli attraversamenti – siamo un corridoio tra nord e sud da sempre attraversato – ne hanno nel tempo forgiato caratteri e forme.
Quindi il territorio e il suo “essere fisico” hanno condizionato il nostro “essere relazionale” e non meno il nostro “essere economico”.
Basta andare all’indietro di poco più di mezzo secolo per incontrare il Presidente Bruno Kessler impegnato nell’approvazione di quel grande progetto, il Piano Urbanistico Provinciale, con il quale promuovere uno sviluppo diffuso su tutto il territorio, un maggiore e più equilibrato rapporto tra città e valli, un sistema di servizi pubblici e privati in grado di arginare i richiami dell’urbanizzazione spinta.
Un esempio di come le politiche di “autogoverno” messe in atto in epoche e in contesti profondamente diversi abbiano comunque considerato il Trentino, e i suoi equilibri territoriali, come una priorità.
Una strategia di sviluppo coerente con la tradizione, ma attenta alle esigenze del divenire che richiede innanzitutto un assetto istituzionale in grado di salvaguardare il ruolo identitario dei Comuni di montagna, attraverso un presidio del territorio che non sia solo erogazione di servizi, ma anche presidio culturale, presidio della diversità, presidio dell’innovazione e della capacità di produrre a misura dei singoli “luoghi”.

Disponibilità: Materiale di lavoro TSM

Edizione: tsm-Trentino School of Management, Trento, 2020, pp. 378

Formato: 17×24 cm, brossura